SPOGLIATOIO Il lavoro si svolge non solo nella vasca, ma già nello spogliatoio. Andare in piscina significa fare esperienza con un ambiente totalmente nuovo, sia sensorialmente che strutturalmente. Come prima fase il bambino, aiutato e stimolato dall’operatore, deve prestare attenzione alla vestizione e alla preparazione per entrare nello spogliatoio per poi dirigersi in vasca. Questo momento, oltre che essere importante per instaurare un primo rapporto di fiducia tra bambino e operatore, è utile per quest'ultimo per osservare come il bambino reagisce in un contesto nuovo: scoprire competenze e potenziarle, scoprire mancanze su cui è possibile intervenire. Inoltre è una fase importante per lavorare sul livello di autonomia del bambino. La collaborazione della famiglia è un aspetto significativo, e inizia già a casa coinvolgendo il figlio nel preparare la borsa non dimenticando il necessario per entrare in vasca (cuffia, ciabatte, occhialini) e per fare la doccia (accappatoio, bagno schiuma, shampoo); approfittare della sua voglia di andare in acqua per renderlo attivamente partecipe a tutto quello che precede l'inizio dell'attività.
VASCA Essendo la piscina un ambiente nuovo, caotico e sensorialmente intenso può capitare che il bambino arrivi molto spaventato. Per questo è importante rassicurarlo e stare in relazione con lui rispettando e accogliendo il suo stato emotivo. Una routine che ho scoperto essere utile è camminare insieme a lui intorno alle vasche con l'obiettivo di facilitare l'adattamento, favorendo un graduale processo di familiarizzazione con l'ambiente. Una volta entrati in acqua, l’obiettivo dell’operatore è quello di “agganciare” il bambino attraverso il gioco spontaneo utilizzando lo scambio di materiali: secchielli, palline colorate, bolle di sapone, tappeti colorati. Per i più piccoli è utile portare dei giocattoli che utilizzano al mare oppure a casa. Durante questo primo approccio è importante cercare di stabilire dei contatti oculari con il bambino, e se questi sono già presenti cercare di aumentarne la quantità. Il tutto accompagnato da sorrisi, condivisioni di emozioni. Un'altra finalità è quella di aumentare e stimolare il grado di attenzione del bambino attraverso diversi livelli di attività, iniziando da quelle semplici, come fare tuffi, schizzi, passaggi sott’acqua, utilizzare la tavoletta, per poi passare ad attività relazionali e corporee più complesse come gli “scivolamenti o trasporti”, portare il bambino sull’addome, trascinarlo utilizzando le pinne, portarlo sulle spalle, farlo scivolare sull’acqua con la pancia. Generalmente inizio il progetto partendo dalla vasca piccola, con l'obiettivo sia di creare un forte rapporto empatico e di fiducia con il bambino/a, sia di facilitare l'ambientamento. Ed è per questo che dedico del tempo all'organizzazione dello spazio: la vasca deve incuriosire, deve stimolare l'interesse, deve invogliare ad esplorare e a cercare gli oggetti presenti in acqua. Creare dei piccoli percorsi con tubi, tunnel e tappeti colorati permette di circoscrivere l'ambiente di per sé grande diminuendo la condizione di disagio che talvolta si presenta di fronte a spazi aperti.