Quando mi soffermo a pensare a come è nato il mio interesse per la psicologia mi viene in mente una passione che mi ha accompagnato fin dall'adolescenza: la curiosità verso la mia storia di vita e quella delle altre persone, verso i pensieri, le scelte e le motivazioni e gli stati d'animo che stanno dietro un comportamento. Le prime letture che mi hanno aiutato a esplorare questa mia curiosità provenivano dalla letteratura italiana, inglese e irlandese: Italo Svevo (La coscienza di Zeno) James Joyce (Ulysse) i racconti di Virginia Woolf. Quello che più mi affascinava era l'utilizzo della loro tecnica narrativa, lo “stream of consciousness”, ovvero un flusso di coscienza che consiste nella libera rappresentazione dei pensieri della persona così come compaiono nella mente, prima di essere riorganizzati logicamente in frasi, oltre all'utilizzo di similitudini, di assonanze e di metafore, come forma di linguaggio evocativa. Da sempre ascolto tanta musica, di tutti i generi, e questa passione, che mi accompagna fin dall'adolescenza, mi ha portato a sperimentarla in prima persona suonando la batteria in qualche gruppo della città di Livorno e “strimpellando” la chitarra. Colleziono dischi in vinile e CD. Ho letto biografie di diversi cantanti e gruppi cercando di capire ed immaginare il come mai di quella scelta stilistica piuttosto che un'altra. È a questo punto che sono riuscito ad integrare la musica con la curiosità per il mondo interno dell'altro. Cosa ha potuto influenzare la vita di un artista? Cosa si nasconde dietro quella musica? Perché tanta dolcezza in quella canzone? Perché tanta rabbia? Spesso mi domando, osservando le persone, quale musica potrebbero ascoltare oppure suonare, quali pensieri le attraversano e quali emozioni. Mi immagino di “entrare” dentro la voce dell'altro ed “esplorarla”. Nel mio lavoro come terapeuta della Gestalt la mia attenzione è sempre catturata dal suono della voce del paziente, immaginandola come se fosse un insieme di note che formano una melodia da poter trascrivere sul pentagramma che è la vita. Ogni parte del corpo come se fosse uno strumento: i piedi che picchiettano sul pavimento, un sospiro, un respiro, un movimento delle mani. Nella pratica della Gestalt non è importante il contenuto delle parole, ma è importante ascoltarne il suono, la musica, le esitazioni, le pause. La musica è vita, è movimento, è emozione.